“Le immagini che produco hanno, talvolta anche inconsapevolmente, un rapporto profondo e articolato con la storia e la memoria: la storia dell’arte e la memoria collettiva in cui si sono depositate.
Lo stesso accade con i luoghi per cui i lavori sono pensati e realizzati, luoghi che a loro volta portano con sè una storia e una memoria definita con cui è inevitabile confrontarsi; ed anzi sono spesso proprio gli spazi in cui il lavoro d’arte si colloca che con le loro memorie, la loro stratificazione di vissuto, contribuiscono all’identità del mio lavoro ed ai cicli che ne conseguono”.
Il paesaggio, almeno quello modificato dall’intervento dell’uomo, è un deposito di memoria e di storie e soprattutto è il condensato di narrazioni che si stratificano e si modellano attraverso un’articolata dialettica fra natura e cultura.
Villa Erba raccoglie in sé tutto questo e qui è andato via via articolandosi il progetto installativo di Roberto Fanari, nella ricerca ed esplorazione del vacuo in differenti momenti: dapprima l’incontro con un vuoto creato dall’uomo, poi il confronto con uno spazio vuoto del tutto naturale ed infine il dialogo con uno spazio in cui la mancanza è data in parte dell’intervento umano ed in parte dall’essenza naturalistica del luogo stesso.
Una riflessione sul vuoto, o almeno su ciò che appariva come tale, sulla privazione spaziale e a come ovviare alla “mancanza”. La risposta al vacuo è stata per l’artista la sua ovviasaturazione: il suo riempimento.
Roberto Fanari
Milano
robertofanari.com
A Orticolario 2015
L’uso del colore rosso rappresenta il trait d’union degli interventi sia pittorici sia plastici di Roberto Fanari.
“Red Hidden Landscape”
Entrando nella Villa Antica… ai due lati dell’ingresso
Per le grandi nicchie speculari Roberto Fanari progetta e realizza “Red Hidden Landscape I” e”Red Hidden Landscape II”: due distinti interventi pittorici suddivisi in tante parti, ognuna con la propria autonomia, che formano delle immagini in sè coerenti. Un puzzle di immagini che compongono paesaggi fantastici.
Anteprima di “Red Hidden Landscape II”
Immagini cangianti che mutano con il cambiare della luce e con il minimo e semplice spostamento dell’angolo di visuale da parte dello spettatore.
“Vacuum Red/Red Vacuum”
Nel Parco… tra le cavità naturali di un grande platano secolare
L’interstizio del tutto spontaneo, che solo il tempo ha creato, viene saturato con materiale ceramico: un sommesso approssimarsi alla “forma” stessa di questa poderosa struttura naturale, nella volontà di colloquiare con essa, senza prevaricarne l’essenza.
Per un problema tecnico, questa opera non è stata presente a Orticolario
“Celles-ci sont des feuilles?”
Nella Darsena… sull’acqua
Uno spazio creato dall’uomo attraverso la compressione e la modifica di elementi naturalistici, l’acqua del lago, la sua riva ed il prato che vi si affaccia.
La forma stessa della Darsena, così “artificiosamente naturale”, è il pretesto formale dell’intervento: la saturazione del luogo attraverso una grande ellisse galleggiante ricoperta da “foglie” di ceramica, che colmano totalmente lo spazio nuovo così creato.
Con la collaborazione di
Valerio Cozzi Architetto Landscape Designer
Legnano (Mi)
valeriocozzi.it
In un dettaglio di “Celles-ci sont des feuilles?”