Colonia, dove tutto ha origine

Qualche domanda ad Abele Vadacca

Partiamo dalle radici, come ha inizio la tua storia?

Le mie radici sono nel Salento, in quella parte dell’antica Magna Grecia erede di una cultura in cui la nostra specie ancora prima di considerarsi umana si riteneva mortale. Sono cresciuto tra zolle di terra rossa spolverata da venti forestieri che sapevano di sale. Tra vocalizzi e sussurri di brezze tra i rami degli ulivi possenti, tra gli odori aspri e melliflui delle erbe selvatiche. Un bambino irrequieto, dai riccioli impollinati di curiosità e di voglia di esprimersi: sui muri di casa, sulla carta del pane, con la cera del formaggio, con la terra bagnata di pioggia, con la mollica di pane, con il calcare arcaico.

Quali sono le persone che più ti hanno ispirato in ambito artistico e professionale?

Sono sempre andato alla ricerca delle opere di artisti sconosciuti, di quei grandi maestri i cui i nomi si sono persi nel tempo e di cui la storia dell’arte spesso non parla. Lo stupore di alcune opere di questi grandi è sconvolgente.  

In che modo la natura ispira i tuoi progetti e il tuo stile di vita?

Amo l’acqua e le piante acquatiche. Le immersioni sono momenti intimi che condivido con una natura in certi casi meno violentata dal contatto antropico diretto dell’uomo, anche se i livelli di inquinamento hanno ormai raggiunto ogni parte della terra. Amo ciò che è invisibile, piccolissimo, microscopico. Amo vedere la natura dall’alto e le macro visioni. 

Il viaggio che più di tutti desiderate fare. 

Ovunque, dove tutto può succedere, fino a quando non succede. 

Se potessi fare un omaggio alla terra (suolo), quale sarebbe? 

Non coltivarla, viverla e vederla nella sua naturale evoluzione. Fin da bambino amavo raccogliere i frutti da piante selvatiche non coltivate.

Se il tuo progetto fosse musica, quale brano sarebbe? 

‘Mission’ di E. Morricone.  

Qual è per te la definizione di arte? 

Linguaggio intimo, necessità, conoscenza. 

Quale opera d’arte posizioneresti al centro di un’esposizione? 

Stonehenge, dolmen e menir.

Cosa significa per te giardinaggio evoluto? 

Una fusione armonica tra arte, e natura; un progetto in continua evoluzione che segue il mutare lento delle piante e i loro tempi. La connessione etica perfetta per il raggiungimento della bellezza.

Cinque parole per te strettamente connesse al concetto di terra (suolo). 

Dialogo, rumore, profumo, ritorno, sapienza. 

Bio

Abele Vadacca nasce nel 1964 a Calimera, Lecce. Si trasferisce prima a Venezia, poi a Carrara e poi a Milano. 
Vincitore di Cattedra Accademica, continua la sua attività nello studio di Bellagio e Valmadrera. Artista conosciuto a livello internazionale, ha portato nel mondo i materiali e le tecniche ereditate da secoli di tradizione italiana, che si concretizzano in temi attuali, scientifici e di forte impatto sociale e naturalistico.

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Abele Vadacca a Orticolario

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