“Il Ritorno al Bosco Incantato”

Il concept

È difficile non nominare un bosco incantato quando si racconta una fiaba. È il luogo dell’esperienza e dell’insegnamento, del perdersi e del ritrovarsi. È la metafora di una natura ostile, ma anche generosa di insegnamenti utili alla crescita. Astioso con i malvagi, offre protezione per le anime pure dei bambini.
Il paesaggio di questo giardino è proprio un bosco incantato, uno spazio protetto da querce e cespugli. Al centro qualcosa di prezioso permetterà ai protagonisti di superare le peripezie.
Un ritorno al bosco incantato per recuperare il potere formativo della natura.

Progetto
Sgaravatti Group . Capoterra (Ca) . sgaravattigroup.it

L’intervista

L’ultimo libro che hai letto? E il prossimo?
Rosi: “Cacciatori di piante” di Mary e John Gribbin.
Giovanni: “L’invenzione della Terra” di Franco Farinelli.

Il tuo prossimo viaggio?
Rosi: Giappone.
Giovanni: Mi piacerebbe visitare l’Irlanda.

Colore preferito?
Rosi: Verde e azzurro.
Giovanni: Il verde senza dubbio.

La pianta che ti sta più a cuore?
Rosi: Lentisco e Hibiscus.
Giovanni: La roverella e l’elicriso, mi ricordano l’infanzia..

Dove vorresti vivere?
Rosi: In Sardegna.
Giovanni: La Sardegna va benissimo.

La tua epoca storica preferita?
Rosi: Il futuro.
Giovanni: Concordo sul futuro, perché, come affermava sempre un mio vecchio professore, “l’età dell’oro è sempre avanti”.

Attraverso poche parole, ci descrivi una scena che per te rappresenta “bellezza ed eleganza”?
Rosi: La bellezza non è un fatto soggettivo, perché altrimenti esisterebbero bellezze soggettive e non assolute. L’idea di bellezza è un’idea in sé che, come dice Aristotele nella sua estetica, si fonda su tre principi: armonia, proporzione e conveniente grandezza. L’analisi aristotelica,  mai superata, deriva dallo studio dell’ideale greco di bellezza che si esprime attraverso le opere di Fidia, Milone, Prassitele. Tutti questi per  creare le loro opere utilizzarono un numero sacro che Piero della Francesca chiamò sezione aurea o anche divina proporzione che si basa su ciò che è bello in natura: la spirale della conchiglia, il rapporto tra foglia e picciolo, l’armonia delle membra dell’essere umano. La natura  ha un codice per descrivere ciò che è bello: Pitagora lo individuò, Aristotele lo teorizzò, Piero della Francesca lo spiegò. Gli artisti di ogni tempo lo misero in pratica da Fidia a Michelangelo, da Apelle a Leonardo. Wraith progettò e realizzò il Guggenheim Museum di New York seguendo la spirale della conchiglia. Il paesaggio naturale è armonia, proporzione, conveniente grandezza e in un giardino dobbiamo ricostruire la stessa divina proporzione.
Giovanni: Non mi viene in mente una scena particolare, anche se tra i riferimenti cinematografici c’è sicuramente la scena in cui Anita Ekberg si getta nella fontana di Trevi nel film “La Dolce Vita”; ma se dovessi pensare a bellezza ed eleganza in un giardino sicuramente sarebbe quello di Villa Durazzo Pallavicini a Pegli, capolavoro realizzato e progettato da Michele Canzio. In questo caso i concetti di eleganza e bellezza non sono fini a se stessi, ma diventano mezzo per introdurre il visitatore in un percorso scenografico teatrale che diventa un’esperienza spirituale nella natura.

Cos’è per te un giardino?
Rosi: Il giardino si dice viene dall’anima. Evoca con i sensi la terra, con l’immaginazione l’acqua e con l’intelligenza il cielo. Per i giapponesi è il luogo dove l’uomo incontra il divino. Non un giardino per stupire o per dimostrare la capacità dell’uomo di piegare la natura, ma un viaggio iniziatico nella bellezza per curare il malessere della psiche. Un ritorno al primordiale rapporto dell’uomo con la natura, al rispetto per la madre terra e alla ricerca della nostra più profonda spiritualità. Nel profondo del nostro inconscio al quale tutti attingiamo, a seconda della situazione, emergono sentimenti, sogni, visioni, nostalgie incomprensibili, ansie che un giardino saprà colmare e calmare utilizzando simboli che velano e svelano. Ognuno di noi è unico, come unico sarà il suo giardino. Costruire un giardino è mettere a nudo l’anima per realizzare il luogo dove essa troverà appagamento, pace e bellezza.  Per fare tutto questo ci vogliono molti ingredienti: conoscenza botanica e del ciclo vitale delle piante, consapevolezza di quali piante convivono meglio assieme e quali sono i colori che hanno effetto e portano benefici alla nostra psiche facendosi aiutare anche dalla tecnologia. Non un giardino per l’architetto paesaggista, ma un giardino per chi lo fruisce riuscendo a realizzare uno spazio che lo faccia sentire parte del creato ed in armonia con esso.
Giovanni: Il giardino rappresenta la connessione tra la struttura psichica dell’essere umano e il mondo naturale, il luogo in cui la natura viene plasmata per l’uomo, non per necessità di sopravvivenza, come avviene nell’agricoltura, ma per ricercare il benessere interiore. Per questo motivo il giardino non è mai un’opera fine a se stessa, ma ha sempre un significato e, oltre un elevato valore estetico, dei riferimenti artistici e culturali che lo rendono più di un ammasso di piante collocate a regola d’arte.

Cos’è per te la fiaba?
Rosi: Principi, streghe, maghe, fate, orchi popolavano le fiabe, ma i racconti non facevano paura, erano intrisi di poesia e preparavano alla vita. Nel mondo della fiaba tutto diventa possibile, non ci si meraviglia degli animali o delle piante che parlano e camminano o delle fate che compivano meraviglie. Ma la magia vera stava nella voce di chi  raccontava e  c’era sempre una nonna che si prestava; nel luogo dove si raccontava, vicino a un camino o nella  stanza da letto dei bambini. E da bambini ascoltavamo rapiti trasformandoci in fate, principi o guerrieri. Un’infanzia senza fiabe è una infanzia triste.
Giovanni: Nella fiaba agli elementi naturali viene spesso data voce e tale fatto permette alla natura di dialogare con l’uomo in maniera chiara, con le sue stesse parole. Per questo la fiaba è monito per l’essere umano, lo mette in guardia sulle conseguenze delle sue azioni, serve a fargli capire che il mondo in cui vive non è esclusivamente di sua proprietà.

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