Il racconto che segue è ispirato a previsioni modulate su dati ufficiali.
“Sono le sette e mezza di un’ordinaria giornata. La sveglia suona. Ha deciso autonomamente di attivarsi 15 minuti prima dell’orario previsto. C’è troppo traffico. L’informazione le arriva in tempo reale, direttamente dalla rete.
Il cellulare è in carica al ciclamino, o meglio, al particolare vaso che lo ospita: utilizza parte dell’energia di fotosintesi della piantina per ricaricare la batteria.
É Internet delle cose, che permette al vaso di regolare luce e acqua della pianta di casa e di innaffiarla non appena ne ha bisogno.
É un’ordinaria giornata nel 2050.
Tutto è connesso. Tutto è intelligente. La ‘smart road’ dialoga con le auto elettriche, con i semafori e con la segnaletica per ottimizzare i flussi di traffico, ridurre l’inquinamento e i tempi di percorrenza. I termostati sono in grado di imparare orari ed esigenze, di scegliere la temperatura adatta per ogni momento. Possono far risparmiare fino al 20% di energia e sono controllati a distanza.
Ma il 2050 è anche l’anno dell’incredibile impresa di sfamare la nostra immensa specie e delle vegetali trasformazioni.
Fuori dalla finestra, una folata di vento muove le foglie della rucola che è cresciuta in giardino. L’aumento della CO2 l’ha trasformata: le foglie sono diventate molto più grandi ed è tossica. In un angolo un po’ più in là cresce ancora una delle rare piantine di basilico sopravvissute al parassita africano che le ha decimate. C’era un tempo in cui il basilico si comprava al supermercato e lo si metteva, con il suo inconfondibile profumo sulla pizza, nel sugo. Come le zucchine, sempre più rare per la modifica della tipologia di terreno su cui crescono. La cara patata, che con la sua versatilità culinaria ha salvato intere popolazioni, è assediata dai parassiti. Il riso subisce la stessa sorte. Il vino, la birra e il cavolo sono diventati tossici. L’orzo invece è forte, l’aumento di anidride carbonica gli fa bene, come ad alcuni alberi autoctoni australiani, che sfruttano questa abbondanza per compensare la mancanza d’acqua.
Abbiamo imparato a coltivare anche le terre tradizionalmente incoltivabili: nelle zone più aride del pianeta abbiamo imparato a far crescere pomodori, le paludi salate e i deserti di sale sono diventati distese di salicornia, riscoperta come preziosa fonte di cibo. Le bottiglie di plastica si sono trasformate in bottiglie d’alga, tutti i packaging sono diventati commestibili.
Abbiamo inventato metodi per far crescere le piante sull’acqua: anni fa, il Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale ha creato una serra modulare su piattaforma galleggiante, in grado di desalinizzare l’acqua attraverso dissalatori solari, coltivare le piante in idroponica, ma anche di rendere l’acqua potabile, preziosa risorsa che in questo nostro mondo evoluto, è sempre più rara.
2050: un mondo diverso.
È più che mai visibile, ora nel 2050, l’estrema connessione con il mondo che ci circonda, la nostra fragilità nel cosmo. Con poca acqua, poco cibo, con piante nuove o sconosciute, dobbiamo cambiare ed evolverci anche noi. In fondo, 470 milioni di anni fa, è bastata una piantina, la prima ad aver colonizzato le terre emerse, a provocare nel tempo una serie di glaciazioni e un’estinzione di massa negli ecosistemi marini.
Tanta tecnologia, ma il regno vegetale rimane tuttora la più potente incubatrice di vita e cambiamento.”
Direttamente dal 2050.
Fonti:
rainews.it
focus.it “Dalle paludi salate il cibo del futuro”
focus.it “Sul piatto del 2050”
focus.it “sos acqua al 2050 stress idrico per il 60percent della popolazione mondiale speciale”
lastampa.it
repubblica.it “Così, nel 2050, gli alberi australiani compeseranno la mancanza di acqua con la CO2”
repubblica.it “Se i contenitori diventano commestibili”
repubblica.it “Pellicola al latte al posto della plastica: ecco l’imballaggio commestibile”
corriere.it “Glaciazioni, la prima venne provocata dalle piante”
linv.org
en.oxforddictionaries.com
macity.net
huffingtonpost.it
corriere.it
corrieresociale.it