di Vaprio Zanoni | Green Design
Giardiniere appassionato di design di “La Compagnia dei Pensatori”
Lodi
greendesignsc.it
Tutti siamo a conoscenza che i tre quarti della superficie del pianeta terra sono ricoperti da acqua, lo stesso elemento che costituisce circa il settanta per cento del corpo umano.
Nonostante tali verità, quotidianamente dimentichiamo l’importanza di questo organismo vivente che ha leggi proprie, fino al punto di sottovalutarlo, ignorarlo, inquinarlo, modificarlo, violentarlo a nostro piacimento, con conseguenze sempre più gravi e tangibili.
Tra acqua e foresta
L’uomo moderno, tanto ha saputo raggiungere importanti obbiettivi nell’ambito delle ricerche tecnologiche ed informatiche volte al ”progresso”, tanto si è distaccato dal contatto e dal dialogo con il pianeta che lo ospita, con la natura, con Madre Terra.
Anche nei confronti di alberi e foreste è stato dimostrato il medesimo e crescente disinteresse. Non è stato colto il loro imprescindibile legame con l’acqua, in mancanza della quale non sarebbe possibile nemmeno una forma di vita, compresa quella umana.
Se l’uomo altera il loro rapporto simbiotico, che vive attraverso un continuo e complesso, ma naturale, interscambio, si creano scompensi irreparabili.
“Senza una foresta in buona salute non può esserci acqua sana e neppure sangue sano”.
(Viktor Shanberger)
Responsabilità, consapevolezza, azioni
In questo scenario i paesaggisti, gli architetti, gli agronomi, i giardinieri (come me), privilegiati perché quotidianamente a stretto contatto con la natura, hanno la responsabilità di “destare consapevolezza” attraverso le loro azioni.
Come? Con la trasmissione, la sensibilizzazione e l’insegnamento di ciò che ai loro occhi è ovvio, ma che per il pubblico ha invece un ordine secondario, posizionato dopo priorità consumistiche e comodità esclusivamente personali.
Oggi più che mai, l’attività di questi professionisti diventa una missione fondamentale per la comunicazione di un messaggio: il binomio “acqua e natura” è da salvaguardare.
Che sia per il progetto di un giardino o di un terrazzo, è indispensabile fare scelte consapevoli e sostenibili, perché diventino il principio fondamentale della sua realizzazione, senza precludere i risultati estetici e funzionali. Una filosofia valida sia per il progettista, sia per il committente.
A tal fine, le azioni possono essere molteplici: dall’attenta regolazione dei tempi di irrigazione per ridurre al minimo gli sprechi, al recupero, ove possibile, delle acque reflue e degli scarichi pluviali delle abitazioni, per immetterle poi nell’impianto del giardino o del terrazzo, fino alla scelta di piante e arbusti. Un esempio? Specie e varietà con poche esigenze idriche come le xerofile (o xerofite), che sopravvivono anche in ambienti caratterizzati da una prolungata scarsità d’acqua: la ginestra, l’Hemerocallis, il Sedum, il lentisco, l’ulivo, …
Sull’onda di una nuova visione
Una singola azione sembra inutile, magari banale, ma rappresenta una singola goccia che, insieme a tante altre, consente di creare un’onda, l’onda di una nuova visione.
Ebbene sì, attraverso il microcosmo di ogni persona, è possibile aiutare a invertire la rotta, portando una “boccata d’ossigeno” al nostro pianeta.
Come già scrisse il ricercatore Julian Jones all’inizio del secolo scorso:
“L’era dell’acquario è l’era del portatore d’acqua, l’era in cui gli uomini scopriranno ed applicheranno i segreti naturali di questo elemento, facendolo assurgere ad un livello superiore. Daranno vita così ad un nuovo mondo, migliore e più sano”.
Quindi… Avanti tutta! Diventiamo “portatori d’acqua” per giungere al più presto a questa nuova era.