Testo di Anna Rapisarda Visual Designer
Abbiamo raccontato del sacro valore dell’acqua nei tempi antichi, in cui fonti e corsi, con il loro paesaggio, erano considerati la dimora delle divinità. Un pensiero che nel corso dei millenni ha generato nell’uomo la consapevolezza della loro importanza, ritenendoli perciò patrimonio da proteggere.
Una filosofia ora smarrita, senza la quale i danni sono evidenti e immensi.
All’indubbio potere terapeutico psicofisico che il paesaggio acquatico esercita, in queste righe si aggiungono i benefici che l’acqua stessa genera quando è all’interno del corpo umano.
È chiaro quindi che
l’uomo è l’acqua
l’acqua è l’uomo
“L’acqua è la cosa più comune e più semplice che diasi in natura: ella si trova da pertutto, nelle viscere, nella superficie della Terra; alle pendici, alla metà, alla cima delle più alte montagne, in tutti i corpi, in tutti i minerali, i vegetabili, gli animali (…).
La Terra senza di essa non produrrebbe vegetabili, e in breve perirebbero i principiati a formarsi: l’Acqua è la bevanda degli animali, la base delle loro parti fluide, e trovasi nelle loro parti solide ancora. (…)”.
Così inizia la prefazione del Signor Nogues, medico di Parigi, traduttore di questo Trattato settecentesco trovato in una libreria davvero singolare, che potremmo definire “la camera delle colonne di carta”: i volumi, di ogni forma, colore, tempo, non sono su comuni scaffali, ma formano altissime pile raggiungibili solo con altissime scale.
La “scelta” del libro è unica: dopo aver lasciato girovagare il lettore tra le colonne, è il volume stesso ad arrivargli incontro, come se già ne conoscesse i desideri.
Acqua piovana, di fiume, di sorgente
Tra le pagine di questo incredibile tuffo nel passato, scorrono fiumi di racconti, riflessioni, sperimentazioni dei “Medici più famosi” raccolti dal Signor Smith sul valore e le virtù dell’acqua comune, in primis la piovana, descritta come la più pura, sottile e fluida. Tutto ciò che viene fatto bollire in lei, ha un sapore migliore rispetto a quella di fiume o di fontana. È più adatta ad ammorbidire e cuocere le carni, per preparare liquori, …
I chimici non adoperano che la piovana per “raddolcire la calce d’oro e l’oro fulminante”. I fornai la trovano più adatta per “fermentare e levare la pasta” con il risultato di un pane più buono e leggero, mentre i giardinieri la utilizzano per annaffiare, con il risultato che piante ed erbe crescono di più.
Il mese di marzo, o comunque l’inizio della primavera, è consigliato come momento migliore per raccoglierla, in quanto la terra non è ancora troppo calda e il sole è meno cocente, mentre si sconsiglia di farlo in inverno, quando il calore sarebbe più debole e ne diminuirebbe la fluidità.
A prescindere dal periodo di raccolta, che alla fine non pare così fondamentale, molto importante è invece la conservazione: in mezzo al giardino, dentro grandi vasi di terra ben chiusi, affinché l’aria esterna non la “corrompa”.
Dopo la piovana, la seconda acqua, in quanto a bontà, è quella di fiume che, se scorre rapidamente, rinnovandosi continuamente, è più buona, pura, leggera, come quella del Rodano e del Reno, a differenza della Senna, troppo carica e lenta.
Descrive poi le acque delle fontane, ovvero di sorgente: con la medesima origine dei fiumi, non sono però altrettanto sane e variano in base alla natura del terreno e dei minerali contenuti.
Consigli e benefici*
Il modo più efficace per preservarsi da qualunque malattia interna, è bere “due o tre gran bicchieri la mattina levatisi dal letto” e altrettanti un’ora e mezza o due dopo pranzo (…) e comunque “in ogni tempo ella è buona”.
Smith afferma che l’acqua merita il nome di Rimedio Universale perché ogni persona può utilizzarla e guarisce dal singhiozzo, fortifica le membrane e le fibre di stomaco e intestino per un buon appetito e una buona digestione dopo il pranzo, oltre a innumerevoli altre proprietà: un elenco interminabile con testimonianze da ogni dove.
Prodigiosi o no, i rimedi curativi dell’acqua contenuti nel Trattato si concludono con “La sola dieta con l’Acqua può farci giungere a un’età molto avanzata, benché non possa ringiovenire i vecchi”.
* riportati, ma da non seguire
Fonti:
“Trattato delle virtù medicinali dell’acqua comune” Opera del signor Smith
Aggiungesi il Gran Febbrifugo del D.R Hancock (Appresso Simone Occhi, 1747)