Riflettere sul tempo genera domande sul futuro e sulla condizione umana, che in architettura determinano necessariamente scelte progettuali. Gli egizi, i greci, i romani ma anche molti architetti dell’epoca moderna hanno costruito monumenti che sfidano il tempo, aspirando a durare per sempre. Oggi, però, il pianeta è troppo ingombro e la necessità di costruire non può più ambire all’eternità.  Serve un’architettura che abbracci la temporalità, che partecipi all’evoluzione continua della vita e che si integri con il suo inarrestabile scorrere.

Michele De Lucchi e AMDL CIRCLE propongono il concetto di Architettura fertile, non pensata per l’eternità ma per essere parte dell’ecosistema. Questa riflessione è al centro dei progetti professionali e di ricerca presentati ad Orticolario come la Fornetta, una casa realizzata senza l’uso di colle, sostanze chimiche e cemento; il Pedrali Pavilion, un’architettura espositiva agile, funzionale e temporanea; i Leaveitbe cerchi tracciati sul terreno che delimitano uno spazio libero dall’azione umana, restituendogli un valore che spesso trascuriamo. Un video racconta le Satellite Stations, piccole strutture architettoniche in legno che si integrano gradualmente con l’ambiente, mostrando le tracce del tempo e dei fenomeni atmosferici fino a diventare nutrimento per la natura stessa.