A prima vista, la natura con la sua essenza selvaggia può apparire caotica: ogni elemento si afferma a proprio piacimento, dominato dalla legge del più forte. Tuttavia, un’attenta osservazione rivela una coabitazione sorprendente, un equilibrio di una delicatezza spaventosa, in cui ogni componente intrattiene un rapporto sottile e profondo con gli altri. Se anche una sola di queste armonie si incrina, l’impatto si propaga per il mondo, e la magnificenza del creato svanisce in un istante.
Non si sa quando l’essere umano colse la mela (il frutto proibito) da questo splendido operato della natura. Ma nel momento in cui staccò quel frutto di meno di cento grammi, il mondo cominciò a perdere la sua armonia e la sua stabilità. E ora, a distanza di millenni, l’equilibrio della natura e dell’umanità continua a sgretolarsi in ogni angolo del pianeta.
È giunto il momento di restituire la mela, solo una, anziché continuare a coglierne.
Partiamo dalle radici, come ha inizio la tua storia? Nel 1988, arrivai in Italia e iniziai a lavorare come architetto a Milano. Fu però quando venni a Como, precisamente a Terragni, e decisi di vivere in questa città ricca di natura e umanità, che una nuova storia, diversa da quella vissuta in Giappone, ebbe inizio per me…