2 _ Spazio Fratelli Gramaglia “Simbiosi”
Qualche domanda a Laura Storero
Partiamo dalle radici, come ha inizio la tua storia?
Appassionata da sempre dal mondo vegetale, dopo il liceo, ho scelto di intraprendere un percorso di studi coerente con questa mia passione: la laurea magistrale in Progettazione delle Aree Verdi e del Paesaggio. Dopo, per mettere in pratica quello che avevo acquisito sui libri, ho deciso spontaneamente di fare uno stage nel Vivaio Fratelli Gramaglia. Oggi mi occupo della coltivazione di piante edibili per conto dello chef stellato Michelangelo Mammoliti e dello sviluppo di progetti del verde nelle Langhe.
Quali sono le persone che più ti hanno ispirato in ambito artistico e professionale?
Sono stata ispirata da alcuni professori universitari e da importanti architetti del paesaggio, in particolare Pietro Porcinai, che realizzava giardini in completa armonia con l’ambiente circostante. Quando progetto tengo sempre presente questa frase di Gilles Clément: “Il giardiniere è il vero architetto del giardino”. Per me è proprio così perché soltanto con una conoscenza approfondita delle piante si riesce a creare un giardino durevole nel tempo.
In che modo la natura ispira i tuoi progetti e il tuo stile di vita?
La natura è il mio mondo, la mia ispirazione, la mia linfa vitale. Per progettare bisogna osservare la natura: così facendo, si possono prendere suggerimenti e suggestioni.
Il viaggio che più di tutti desideri fare.
Desidero visitare il Giappone per poter vedere dal vivo i giardini giapponesi di cui ammiro la struttura compositiva e le tecniche utilizzate. Come l’affascinante Shak-kei, letteralmente “lo scenario preso in prestito”, che riguarda la creazione di un rapporto biunivoco tra il giardino e il paesaggio: le piante del giardino vengono modellate in base alle forme del paesaggio circostante e la visione del paesaggio viene inglobata all’interno della composizione del giardino.
Se potessi essere il protagonista di un film, quale sceglieresti?
Mi è piaciuto molto il film Alla ricerca della felicità per la forza di volontà del protagonista e per l’insegnamento che dà al figlio. In particolare, mi è rimasta impressa la frase: “Non permettere mai a nessuno di dirti che non sai fare qualcosa. Se hai un sogno tu lo devi proteggere. Se vuoi qualcosa, vai e inseguila”.
Se potessi fare un omaggio alla terra (suolo), quale sarebbe?
Se potessi donare qualcosa al suolo gli donerei il rispetto, la salvaguardia. L’uomo fin dalle origini modifica il suolo per la sua sopravvivenza ma lo fa, soprattutto negli ultimi decenni, con poco rispetto per la sua fragilità e vulnerabilità.
Se il tuo progetto fosse musica, quale brano sarebbe?
Experience di Ludovico Einaudi, celebre per la complessità melodica e il suo effetto terapeutico.
In quale pianta ti rispecchi e perché?
Il bagolaro, Celtis australis, per il suo portamento elegante e la grande forza del suo apparato radicale.
Cosa significa per te giardinaggio evoluto?
Per me significa un giardinaggio dinamico che può e deve evolvere in modo sostenibile in base alle esigenze ambientali.
Cinque parole per te strettamente connesse al concetto di terra (suolo).
Simbiosi, evoluzione, risorse, consumo, resilienza.
Bio
Laura Storero, nata a Moncalieri (To) nel 1994, dopo la laurea magistrale in Progettazione delle Aree Verdi e del Paesaggio, conseguita con 110 e lode, oggi si occupa della coltivazione di piante edibili per lo chef Michelangelo Mammoliti, due stelle Michelin, oltre allo sviluppo di progetti del verde nel territorio delle Langhe.
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