Natura sensitiva e i consigli per l’eco giardino | Puntata 2

Testo di Anna Rapisarda Visual Designer

Puntata 2

L’analisi dei dati mostra che esiste una polarizzazione sempre più estrema tra selvaggio e urbano: “un tempo i villaggi erano estensioni dei paesaggi, oggi ci sono sempre più paesaggi senza persone”.

È come una tendenza alla schizofrenia: da un lato la crescita continua delle città fagocita la campagna, creando zone liminali, regno dell’inaspettato e spesso di specie non autoctone, dall’altra la riduzione sempre maggiore delle foreste primarie – e della Wilderness – corrisponde un enorme inselvatichimento dei territori, dove continua la crescita di foreste, ma uguali dal punto di vista biotico. Mai dall’Alto Medioevo avevamo avuto più boschi e praterie degli spazi coltivati, tanto che seguendo i dati, il bosco avanza alla stessa velocità dell’urbano.

Partendo da questi presupposti, c’è forse una terza via: quella di abitare nuovamente il proprio luogo, di curare il proprio paesaggio. Non significa sfruttarlo, usarlo, servirsene, ma di averne cura, di impararne il Linguaggio, per avere consapevolezza di quel che si fa, e di creare un rapporto. La riscoperta dei piccoli borghi è anche la riscoperta di un modo di abitare, fatto di cura e rispetto, storie e racconti, rapporto con i propri luoghi.

Curare dunque, riascoltare il paesaggio, farne giardini.
Attenzione però il giardino sta cambiando e deve cambiare.

Qualche consiglio del paesaggista Vittorio Peretto, Gruppo dei Pensatori
per il tuo giardino dopo l’abbandono, o “Eco Giardino” o “Giardino del Terzo Paesaggio”

da Vittorio Peretto, Gruppo Creativo Orticolario

♣ A. Non considerare il suolo come una massa inerte, di rocce sbriciolate: è invece una struttura ecologica, costruita da creature viventi. Batteri, funghi, piante e animali (di cui il 90% non hanno ancora un nome) collaborano consapevolmente. Il richiamo chimico della pianta per certi tipi di batteri o altri cambia a seconda delle sue effettive necessità. Lasciala dunque fare
♣ B. Impara a lavorare a basso consumo idrico e utilizza l’acqua piovana
♣ C. Non avere paura degli insetti, collaborano per creare insieme al resto un vero e proprio ecosistema, che sarà più resiliente, meno costoso
♣ D. Utilizza materiali per il tuo giardino con minor imballaggi possibili e materiali con un’alta capacità di riassorbimento
♣ E. Nullus locus sine genio: cura e fai crescere quello che c’è già
♣ F. Valorizza la vegetazione spontanea creando piuttosto sentieri che prati verdi dove non ci sono
♣ G. Pensa al tuo giardino come un modo per parlare con esseri viventi e non ad un oggetto da usare
♣ H. Ribalta l’idea di un giardino come luogo di controllo, ma come uno spazio e realtà libera di autodeterminarsi
♣ I. Non creare ex novo ma impara a manutenere

Fonti:
fbsr.it
bibodallapaludeaicementi.blogspot.com
lifegate.it
core.ac.uk

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