Viaggio con paesaggio e il paradossale rapporto tra acqua e giardini giapponesi

Ph. Luigi Fieni. Spazio Floema “Vedere con le orecchie, ascoltare con gli occhi” di Satoru Tabata | 園三 Enzo. Orticolario 2016

Testo di Paola Fasana

Nella terra del Sol Levante l’acqua è regina indiscussa dei giardini. Che sia sotto forma di laghetto, fontana o che scorra in un piccolo fiume, l’acqua è elemento imprescindibile di coesione e unione tra gli elementi naturali. Il suo dolce fluire si contrappone alla staticità delle rocce, simboleggia il continuo evolvere della natura e crea un senso di pace ed equilibrio, un’oasi di calma e riconnessione.

In questi giardini la parola d’ordine è armonia: nell’ambiente e con l’ambiente. Il sinuoso movimento dell’acqua ha la capacità e lo scopo di riconnettere con la natura in un senso spirituale, creare una sorta di canale e favorire la meditazione non solo attraverso la vista ma anche grazie al suono, alleato nella riflessione e nella ricerca di pace interiore.

Contrariamente a quelli occidentali, i giardini giapponesi sono “naturocentrici”: non sono fatti esclusivamente per l’uomo, sono fatti per la vita, in qualunque forma essa si manifesti. La presenza di acqua, infatti, è fondamentale non solo per le specie botaniche ma anche per animali quali pesci, padroni dei laghetti, e uccelli, che si posano e riposano su pietre e piante, rendendo il giardino davvero vivo.

L’acqua non acqua dei Karesansui


La presenza dell’acqua nei giardini giapponesi è paradossalmente ambivalente.
La sua presenza è incisiva tanto quanto la sua assenza. È per questo che sono nati i Karesansui: i giardini “secchi”.
L’acqua non è presente fisicamente ma viene rappresentata metaforicamente, talvolta in modo chiaro, con sassi, ghiaia o sabbia modellata per simulare le onde, oppure accorpando grandi rocce come se ospitassero una cascata, altre volte in modo totalmente astratto e criptico, lasciando all’osservatore il piacere di interpretare.
Per approcciarsi a questi giardini bisogna aprirsi alla calma, alla pace e all’immaginazione, cercando una connessione tra mente, corpo e natura. In questi luoghi si abbraccia il minimalismo e si lascia spazio al pensiero, in grado di far scorrere fiumi laddove tutto è immobile.

Fonti:
sakuramagazine.com
ilgiardinodeilibri.it
giardinaggio.it
elledecor.com
pollicegreen.com
casadellacarita.org

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