La rosa,
l’immarcescibile rosa che non canto,
quella che è peso e fragranza,
quella del nero giardino nell’alta notte,
quella di qualsiasi giardino e qualsiasi sera,
la rosa che risorge dalla tenue
cenere per l’arte dell’alchimia,
la rosa dei persiani e di Ariosto,
quella che sempre sta sola,
quella che sempre è la rosa delle rose,
il giovane fiore platonico,
l’ardente e cieca rosa che non canto,
la rosa irraggiungibile.
Jorge Luis Borges
La rosa, tra le più antiche piante coltivate al mondo, affascina l’uomo sin dalla notte dei tempi.
Conosciuta dagli Egizi, poi dai Greci e dai Romani, persino in Cina e Persia. L’importazione di nuove specie durante l’epoca dei Crociati, la rese ulteriormente popolare. Non è un caso che la rosa entri a pieno titolo nella tradizione poetica di molte culture, come simbolo di bellezza, poesia, amore e fugacità.
Una delle varietà più antiche è la Rosa x damascena, probabilmente nata dall’incrocio tra la Rosa gallica e la Rosa moschata, è detta anche comunemente rosa di Damasco, città che le ha dato la paternità.
Si dice sia merito del Crociato Robert de Brie per averla importata dalla Persia all’Europa tra 1254 e 1276. Un’altra versione racconta invece che siano stati i Romani a portarla in Inghilterra, mentre la terza variante descrive la rosa come un regalo fatto dal medico di Enrico VIII, intorno al 1540, al sovrano.
Da secoli simbolo di bellezza e amore, è stata investita da un alone mitico grazie al suo particolarissimo profumo.
“La sua analisi chimica svela una parte del suo segreto olfattivo e l’analisi nasale (effettuata da un profumiere) indica le note del suo sottile odore; queste sfumature sono dovute a corpi chimici presenti solo in nanogrammi per grammo d’essenza, ma questi hanno una potenza, cioè una forza, circa un milione di volte più forte dell’odore dell’essenza di rosa stessa. In alcuni casi soltanto un naso è in grado di rilevarle”.
Proprio grazie a questa sua caratteristica profumazione, è stata la protagonista indiscussa di una tradizione estetica e medica che faceva della sua acqua un medicamento portentoso. La distillazione del liquido profumato segue un metodo antico, probabilmente già conosciuto sin da tempi biblici del Medio Oriente. Sembra che sia stato il medico Avicenna a scoprire il processo di estrazione dell’acqua profumata già nell’XI secolo, probabilmente frutto dei suoi studi alchemici.
Oggi è coltivata in Bulgaria, in Turchia, in Francia, in Marocco e in Siria, dove il villaggio el-Mrah è noto per la produzione della rosa dai trenta petali. Qui, purtroppo, negli ultimi anni, le terre coltivate sono diminuite del 50% circa. Il motivo? La guerra.
Il rapporto fra natura e uomo è fra i temi di Orticolario
Fonti:
La Repubblica
“Siria, sfiorisce la rosa di Damasco: la guerra la sta facendo morire”
> Articolo completo
Le rose
“History of Roses: Damask Roses By Jerry Haynes”
> Articolo completo
Tra rose e piante
“La Rosa damascena: il suo profumo, il suo impiego nella profumeria di Philippe Sauvegrain”
> Testo completo