Testo di Anna Rapisarda Visual Designer
Da antico e aristocratico passatempo a irresistibile atto di seduzione della natura sull’uomo.
È il momijigari, un rito secolare tra aceri e popolo giapponese.
A caccia
Letteralmente momijigari significa “caccia all’acero” o “caccia alle foglie rosse” e nasce in Giappone nel periodo Heian (VIII-XII sec. d.C.) come passatempo dell’aristocrazia che, in autunno, cerca ispirazione tra le chiome degli aceri per scrivere, leggere e recitare poesie, suonare e cantare. A partire dal XVII secolo, in epoca Edo, l’usanza si diffonde in tutte le classi sociali.
In autunno sono migliaia i giapponesi che vanno a caccia di aceri imporporati: donne e uomini attratti, spinti dal desiderio di ammirare e contemplare i mutevoli colori delle loro foglie.
Tutto ha inizio intorno alla metà di settembre sull’isola più settentrionale dell’arcipelago giapponese, Hokkaido, e continua verso le isole più meridionali seguendo il koyo-zensen, ovvero lo spostamento della colorazione, fino alla fine di novembre.
L’acero, protagonista indiscusso, non è però l’unico trasformista del momento: la “Guida ai colori dell’autunno” dell’ente turistico giapponese spiega quali alberi cambiano colore, dove e quando, tra boschi di caducifoglie e giardini dei templi.
Cromatica bellezza
Le foglie sfoggiano infinite sfumature di verde, dal più tenue e vellutato al più intenso, per poi lasciare spazio alle tonalità del giallo e del rosso, attraversando la gamma degli arancioni, che si sbizzarriscono così in un crescente e sfavillante gioco cromatico.
Paesaggi infuocati, scenari dall’incredibile ed effimera bellezza, evocati nelle più antiche raccolte poetiche come il Man’yôshû.
“Quando viene la primavera
che stava rinchiusa nell’inverno,
gli uccelli che non cantavano,
ora giungono e cantano.
Anche i fiori che erano chiusi
ora sbocciano
ma la montagna diventa folta
e pur entrandovi non si possono cogliere i fiori.
Siccome l’erba è folta
anche cogliendoli non li si può ammirare.
Ma guardando le foglie degli alberi
della montagna autunnale,
sento proprio attrazione
per le foglie dell’acero quando le colgo.
Si lasciano le foglie verdi e si sospira.
Mi dispiace, ma io preferisco
la montagna d’autunno”
(Nukata no Okimi)
Uno spettacolo irrinunciabile, prima che le foglie cadano e i rami si spoglino.
Lo stupore che la natura offre e l‘impermanenza della vita…
Seduzione per cinemaniaci
Anche se non esce fino al 1903, risale al 1899 la realizzazione del primo film giapponese.
“Momijigari” di Shibata Tsunekichi è il primo esperimento di Engeki jissha eiga (film di teatro dal vivo): la ripresa di uno spettacolo Kabuki, antica rappresentazione teatrale nata in Giappone agli inizi del XVII.
Questo genere di teatro contribuisce fortemente alla caratterizzazione del cinema nipponico nel primo decennio e il suo essere familiare al pubblico ne decreta l’immediato successo.
Fonti:
paolocalvino.blogspot.com
viaggigiappone.animeclick.it
sites.google.com
“Japanese Classical Theater in Films” Keiko I. McDonald (Associated University Pressed, 1994)