Testo di Paola Fasana
La mimosa si racconta
Sensibile, timida, recettiva.
Non parliamo di una persona, bensì di una pianta: la Mimosa pudica.
Gracile e graziosa, è cugina della mimosa gialla, appartenente alla famiglia delle Mimosaceae.
La sua peculiarità? Si dice che questa pianta possa provare “timidezza” (il che spiega il suo nome): se la si sfiora, le sue foglie, con incantevole delicatezza, si richiudono per proteggersi. Una danza quasi umana che ricorda l’imbarazzo di un bambino o il timore di un cucciolo.
Sotto la lente degli scienziati
Il suo comportamento non è passato inosservato ed è diventato in poco tempo oggetto di molti studi.
Diverse ricerche hanno evidenziato un’altra sua caratteristica: la capacità di ricordare. La Mimosa pudica, infatti, è in grado di fare esperienza, imparare e ricordare quali sono gli stimoli pericolosi e quali, invece, possono essere considerati sicuri, come le gocce d’acqua. Con la ricercatrice Monica Gagliano e Stefano Mancuso, direttore del Laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale e ospite a Orticolario 2016 con l’evento “Verde brillante: una nuova visione delle piante”, è stata evidenziata la lunghissima memoria della Mimosa pudica, in grado di immagazzinare “ricordi” per ben 40 giorni.
Nuovi scenari e orizzonti
Questa sua caratteristica cambia le carte in tavola. Le piante, da sempre considerate inanimate e inermi, sono in realtà creature complesse, quasi guidate da una sorta di “pensiero”. Entriamo così in un nuovo ordine di idee, una concezione più completa dell’universo vegetale.
Sciocca e presuntuosa la pretesa di sapere già tutto: piante come la Mimosa pudica ci ricordano che davanti a noi c’è ancora un mare (un oceano) da navigare e scoprire.
Fonti:
blog.erbecedario.it
gruppomacro.com
greenme.it
life-strategies.it
giunglaurbana.com