Natura sensitiva e l’Equinozio d’Autunno

Il termine equinozio, è una parola antica, come molte parole italiane, e deriva da Æquus ‘uguale’ e Noctium da nox, noctis ‘notte’.
È quel momento della Rivoluzione Terrestre intorno al Sole in cui la stella si trova allo zenit dell’equatore e ricorre due volte durante l’anno solare. In questo modo il periodo diurno è uguale al notturno, poiché i raggi solari raggiungono perpendicolarmente l’asse di rotazione della Terra.

Diventa a livello simbolico quindi quell’attimo in cui giorno e notte si equivalgono, quel momento nel flusso del tempo in cui gli opposti si ritrovano in equilibrio.

Non è un caso quindi che il giorno mobile dell’Equinozio sia racchiuso nel Periodo della Bilancia, con la quale condivide la sua simbologia profonda, la tensione verso il ritorno all’unità, la capacità di trascendere dal materiale verso un piano altro dove sia possibile cogliere i complementari, diventare Altro da se.

All’autunno fisico, naturale e umano, quindi corrisponde una primavera spirituale.
Esteriormente la grandiosità estiva termina. Dopodiché:

“L’autunno è il raccoglimento delle piante in loro stesse, la ricerca delle radici di nuove strade, dentro la terra”.
(Pietro Testori)

E poi arriverà il Grande Inverno, ma “questa è un’altra storia”…

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