Le piante alimurgiche
Testimoni silenziose di un legame ancestrale tra l'uomo e la natura.
Nello scenario della quindicesima edizione di Orticolario, immersi in un giardino primordiale e selvaggio, protagoniste assolute sono le piante alimurgiche: le erbacee spontanee commestibili.
Alimurgia. A-li-mur-gì-a.
Scienza che studia l’uso alimentare delle piante selvatiche, nata per far fronte a periodi di carestia e diventata, nel tempo, un patrimonio di conoscenze prezioso da custodire e tramandare.
Foglie, radici, bulbi, bacche, germogli e cortecce hanno nutrito l’umanità fin dalle origini, costituendo il primo e vitale legame tra l’uomo e la natura.
Banchetto oggi invisibile agli occhi della civiltà, le piante alimurgiche sono, in realtà, un patrimonio da salvaguardare in quanto depositarie di conoscenze antiche e di connotazioni culturali fondamentali, legate ai singoli territori e alla biodiversità che li caratterizza. Recuperare questo sapere è un’operazione culturale complessa, che richiede la collaborazione di botanici, agronomi, linguisti e studiosi delle tradizioni popolari, oltre al coinvolgimento diretto di coloro che ancora conservano questo sapere.
Orticolario invita a riscoprire l’uso culinario di queste piante come atto di gratitudine. Non più erbacce, ma erbacee.