Testo di Anna Rapisarda Visual Designer
Un giorno qualcuno disse “l’universo è fatto di storie, non solo di atomi”
Tanto tempo fa…
… in un momento della nostra storia, qualcuno sentì, per la prima volta, il desiderio di tramutare un evento della sua vita in racconto.
In quello stesso momento, qualcun altro provò un nuovo piacere nell’ascoltare l’antico narratore.
Nacque così l’oralità, che si affermò tra tutti i popoli della Terra nel continuo divenire della storia, dando consistenza al passato e salvandolo dall’oblio fino all’avvento della scrittura.
Nel mutare delle forme e nell’avvicendarsi dei narratori, inizia così la storia delle fiabe, fra tempi indefiniti e spazi simbolici.
Nella fiaba ogni luogo è realistico e astratto al tempo stesso, il paesaggio non è solo teatro di eventi, ma ha una funzione narrativa, è artefice delle metamorfosi dei personaggi che intraprendono un viaggio iniziatico. La sua identità simbolica è scandita da spazi come la Strada, la Casa, il Bosco, la Reggia. Ovunque regna l’ambiguità e proprio su di essa la fiaba esercita tutta la sua suggestione.
La Strada
Qui si svolge il viaggio. La strada è la metafora stessa del viaggio, è l’avventura dai molti volti: sentiero, via, spazio in cui scorre il destino del viandante e dove avviene la sua iniziazione, che trasporta in tempi lontani, fra i rituali di passaggio all’età adulta nelle culture arcaiche del mondo, ma in verità nella vita di ogni essere umano, lungo il cammino nelle diverse fasi della vita.
“L’uomo, è per sua stessa natura un soggetto che aspira alla libertà e che, pertanto, deve ‘camminare’, per tentare di superare ogni ostacolo ed ogni chiusura all’esplicarsi della propria naturale libertà. L’uomo è necessariamente viaggiatore, innanzitutto, per trovare e conquistare la sua identità, condizione imprescindibile e fondante per la manifestazione della sua libertà naturale”.
La Casa
In lei risiedono i principi archetipici della fiaba e regna l’ambiguità trasversale dei rapporti famigliari. Da qui si parte e qui si ritorna. Qui si ritrovano aspetti di sicurezza e di pericolo al tempo stesso. È luogo di crescita, dove ci si forma, ma che si deve anche lasciare. È lo spazio della propria identità, che non viene mai idealizzato, perché la fiaba è fantastica e fortemente realistica allo stesso tempo.
Il Bosco
È lo spazio del pericolo e della paura. Qui ci si perde e s’incontra l’ignoto, ma anche amici e forze benevole, e la notte si intreccia con gli spiragli di luce che illuminano il cammino. È luogo nemico, da affrontare e vincere con l’astuzia, spesso popolato da streghe, draghi, giganti, gnomi. Nel bosco si trovano perdizione e salvezza, abbandono e riscatto, qui il rischio è sempre in agguato. Rappresenta l’aspetto inquietante della natura e della società, e per questo la fiaba invita ad attraversarlo, conoscerlo e dominarlo.
La Reggia
È la casa del potere, dell’approdo fiabico, dove “vissero felici e contenti”, ma anche luogo di perfidie, come ogni casa. È lo spazio simbolico per eccellenza, di nuova sicurezza e nuova identità, di conquista e di felicità.
Questi i grandi simboli intorno ai quali si svolge l’avventura della fiaba della tradizione orale.
La forma onirica, l’astoricità e l’essenzialità della descrizione paesaggistica la rendono universale, archetipica e terribilmente affascinante.
Un’alchimia che trasmette messaggi che agiscono sull’inconscio di ogni uomo, sviluppandone la parte razionale e risvegliando quella magica.
Ed è proprio qui, in queste profondità, che l’essenza formativa della fiaba si muove. Perché, alla fine, il suo scopo è suscitare emozioni forti e contrastanti, nella ricerca della nostra identità più nascosta.
Fonti:
“Paesaggi della fiaba. Luoghi, scenari, percorsi” Franco Cambi e Gaetana Rossi (Armando Editore, 2006)
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