Testo di Anna Rapisarda Visual Designer
Villa Melzi d’Eril
Bellagio (Co). Villa neoclassica (arch. G. Albertolli, 1808). Giardino in stile romantico, con esemplari esotici di particolare interesse. Proprietà privata. Aperta al pubblico da aprile a ottobre.
“Magnifica postura e varietà, con il suo terreno in dolce pendio, le passeggiate superbe a bordo d’acqua, le rarissime e sterminate magnolie, le sculture e i monumenti”. Ecco Villa Melzi d’Eril per Cesare Cantù, nel 1831.
I soggiorni dei suoi proprietari contribuirono a scrivere pagine significative nella storia della mentalità, del gusto, del loisir durante tutto l’Ottocento.
Costruire un buen ritiro, ecco il desiderio del duca Francesco Melzi d’Eril. Un ‘Eliso’, luogo ridente e luminoso, dove rigenerare mente e corpo, coinvolgendo costantemente l’elemento acqua. Del resto il lago e i suoi paesaggi furono all’origine del disegno del giardino che, con i suoi percorsi, negli orientamenti visivi, nella scelta della vegetazione, favoriva sempre la veduta dell’acqua o la percezione della sua atmosfera di aria e di luce.
Successivamente, con il nipote Giovanni Francesco, la frequentazione divenne più vivace. Per l’accoglienza di una società amante dei giochi e dei divertimenti, per accrescere gli stimoli visivi, sensoriali e culturali, curiosità, interesse, sorpresa, il giardino si popolò di sculture antiche e la villa si arricchì di sale dedicate alla musica e al bigliardo. Insomma… “la famigliuola anche da sola sapeva condursi con festevoli giuochi”. Senza mai dimenticare il lago, sempre protagonista delle attività ludiche e sportive che vi si potevano praticare.
Un evento di massima importanza per la famiglia d’Eril fu il viaggio dell’imperatore d’Austria Ferdinando I e della consorte Maria Anna di Savoia nel 1838, in occasione dell’incoronazione nel Duomo di Milano. La sosta a Bellagio e il soggiorno nella villa esaltarono la dimensione ludica della dimora e dei suoi giardini.
Furono proprio le attività di intrattenimento per i numerosi visitatori illustri a portare negli anni verso nuove prospettive nello spazio e nel tempo del loisir. Intorno alla fine del 1800, infatti, una parte del giardino fu dedicata alla costruzione di un campo per il lawn tennis, che generò poi lo sviluppo di altri svaghi e passatempi come una struttura da giardino in bambù e tetto in paglia per il riposo all’ombra e per godere di una straordinaria veduta panoramica.
Acqua e paesaggio: ciò che diede origine a Villa Melzi d’Eril continuò a plasmarne la forma, a dettare gli usi, gli intrattenimenti, gli svaghi.
Fonte:
‘Cronachette della villeggiatura’ di Ornella Selvafolta da “Il Gioco nel Giardino e nel Paesaggio” a cura di Laura Sabrina Pelissetti e Lionella Scazzosi (ReGiS – Rete dei Giardini Storici, 2017)