DZONOT

di Jonathan Arnaboldi e Matteo Pellicanò

Nel Padiglione Centrale, dove le parole germogliano, trasportate dal vento

La forma di un tornio, pronto ad accogliere la materia che prende forma, plasmata da mani sapienti. La rotazione perpetua e potenzialmente infinita. Tre virgole alberate, tra frassini, pioppi e salici, che custodiscono il centro culturale dell’evento: un’agorà.

Una natura primordiale e incontaminata, antecedente alla comparsa dell’uomo.
Ispirato ai cenotes, profonde formazioni geologiche che si aprono verso ecosistemi celati ed inviolati, DZONOT rappresenta una soglia tra luce e ombra, caos e ordine naturale, un invito ad addentrarsi nell’ignoto e a riscoprire il selvaggio nella sua forma più pura.

 

L’acqua, elemento ancestrale, diventa protagonista del progetto, memoria liquida di un tempo remoto, testimone silenziosa di un equilibrio naturale mai spezzato. La sua presenza segna il punto di contatto tra l’osservabile e l’invisibile, tra la superficie e la profondità, evocando la purezza dei luoghi inalterati dall’uomo.

Attorno alla dzonot – ‘acqua sacra’ – centrale, che da il nome al progetto, la vegetazione cresce in modo spontaneo, indomita e libera da influenze antropiche. Qui il paesaggio si sottrae al controllo umano, riaffermando la propria indipendenza e la propria essenza selvaggia. Il progetto suggerisce una visione di ciò che la natura è stata e potrebbe essere ancora: pura, incontaminata, sovrana.

 

Come nelle antiche mappe in cui l’inesplorato veniva segnato dalla dicitura ‘hic sunt leones’ (letteralmente: qui ci sono i leoni), al tempo stesso monito e invito all’esplorazione, DZONOT è luogo di confine, in cui l’ordine interagisce con un caos sublime. Qui la natura si manifesta come l’eco di un Eden primordiale; non si concede al dominio, non si piega all’artificio. Il visitatore diventa così un esploratore chiamato a perdersi, ad attraversare il limite del conosciuto e, nel farlo, a confrontarsi con il fragile confine tra l’identità umana e il selvaggio, riscoprendo nell’apparente disordine un nuovo equilibrio tra uomo e natura.

Cuore del programma culturale di Orticolario

Il padiglione centrale si riconferma agorà culturale dell’evento. Nell’incontaminato e selvaggio DZONOT trovano spazio incontri, monologhi, dialoghi, esperienze e suggestioni.

**Prossimamente online il programma completo degli eventi a Orticolario 2025.

Nel padiglione centrale con DZONOT

Il messaggio

Saper mettere da parte l’umana propensione al controllo, alla previsione, per dare spazio ad un tornio della natura, accettando fin dai presupposti qualsiasi messaggio voglia mandare. Rimanere in ascolto.

In questo consapevole e voluto vuoto di potere (umano), si cela un messaggio essenziale, il desiderio di esprimere una postura nei confronti del mondo: un’idea di progresso che si nutra di cultura e di qualche sano passo indietro.

Un ritorno alla naturalità, alle origini, inteso non come una necessità da percorrere a malincuore, ma come una scelta deliberata e giusta, saggia.

Tutti i dettagli

A cura di

Orticolario

con il sostegno di Fondazione Banca Popolare di Milano

e il contributo di STIHL

Progetto e realizzazione

Jonathan Arnaboldi
Cucciago (CO)

 

Matteo Pellicanò

Tavernerio (CO)

Piante

Azienda Agricola D’Aleo
San Giuseppe Jato (PA)
passiflorashop.com

 

Central Park | Mario Mariani 
Galliate (NO)
mariomariani.studio

Allestimento 
Fondazione Minoprio ITS Academy
Vertemate con Minoprio (CO)
fondazioneminoprio.it

Con la consulenza botanica di

Central Park | Mario Mariani
Galliate (NO)
mariomariani.studio

 

Matteo Boccardo Studio

Binago (CO)
matteoboccardostudio.com

Luci & suoni

Tievent Sound & Light Passion

Laveno Mombello (VA)

tievent.it

 

Sound design | Cristiano Maclovin studio

Light design | Giacomo Dettoni

SCULTURE
Nome azienda / Nome Cognome progettista
Città (Provincia)
Sito web
Contatti Social

¹ “L’armata dei fiumi perduti” di Paolo Sgorlon, 1985

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Bio

Jonathan Arnaboldi, laureato nel 2023 in Architettura del Paesaggio al Politecnico di Milano, è un curioso osservatore e progettista appassionato. Fa della rappresentazione grafica e della cura del dettaglio la propria cifra stilistica. Le esperienze pregresse come giardiniere, maturate durante il percorso di studi, gli hanno fornito un solido bagaglio di competenze pratiche che continua a integrare nel lavoro quotidiano.

 

Matteo Pellicanò, Como, classe 1997. Si avvicina fin da giovane al mondo dell’ambiente e della natura, intraprendendo studi nel settore agrario. Parallelamente alla formazione, arricchisce il proprio percorso professionale con esperienze significative in tutta Italia: da Orticolario ai Giardini Vaticani, da Expo Milano 2015 fino ad alcune prestigiose ville storiche del Lago di Como. Dal 2021 opera come libero professionista.

 

Nel 2018, Jonathan e Matteo vincono il primo premio speciale del concorso Meraviglia nei parchi di Euroflora con il progetto L’agrumeto. Nel 2024, con il progetto Seta, si aggiudicano la Foglia d’oro del Lago di Como, primo premio del concorso internazionale Spazi Creativi di Orticolario Terrae, oltre ai premi Villa Carlotta e Grandi Giardini Italiani.

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