Parliamo di genesi, come ha inizio la vostra storia?
D: Nel 1996. Terminati gli studi, vengo assunto in prova da una piccola realtà vivaistica locale. Dopo due anni di esperienza come dipendente, ho acquisito l’azienda e avviato così la mia attività indipendente.
E: La passione per il verde mi è stata trasmessa dalla mia famiglia fin da bambina: era un piacere camminare nel giardino della nonna tra ortensie e mughetti o fare piccoli lavoretti verdi al fianco di mia madre, apprendendo inconsapevolmente le prime tecniche di lavorazione.
Da ragazzina, il balcone della casa in città era il mio laboratorio a cielo aperto, in cui con l’arrivo della primavera iniziavo a seminare in vasi e vasetti.
Crescendo ho deciso di approfondire i concetti tecnici e l’arte compositiva con una formazione universitaria.
Ora la mia passione è il mio lavoro.
Se inizialmente amavo grandi masse monospecifiche e di grande impatto visivo, ora sono attratta dalle consociazioni vegetali, dall’aiuto mutualistico che esiste nel mondo vegetale e da come piante con forme e colori differenti si valorizzino l’una con l’altra.
In che modo la natura ispira i vostri progetti e il vostro stile di vita?
D: I miei progetti prendono ispirazione dalla natura per quanto riguarda le forme, i colori, i ritmi.
E: La natura ispira i miei progetti mediante un approccio rispettoso. Tengo sempre in considerazione le parole “Right plant right place” (per usare una citazione illustre): dare il giusto posto ed il giusto spazio alle piante affinchè possano svilupparsi ed esprimersi al meglio. Assecondare le sorprendenti dinamiche naturali usando specie rispettose nei confronti del contesto. Dagli ambiti naturali ed incontaminati posso apprendere texture, strutture, piani vegetazionali da riproporre nei progetti.
Lo stesso animo rispettoso guida il mio stile di vita: un rispetto verso la natura e verso le persone.
Come immaginate il vostro “paesaggio mentale” quando create? Ci sono luoghi reali o immaginari che vi guidano?
D: Immagino luoghi tipici della campagna inglese. Cerco di riproporre nei miei giardini, quando possibile, gli spazi, l’armonia ed i silenzi tipici di quei luoghi.
E: Non ho un paesaggio mentale predeterminato. Ogni progetto appartiene ad un paesaggio differente, con colori, forme, equilibri ed emozioni differenti. A volte amo perseguire l’armonia, altre volte desidero i contrasti. Ogni progetto nasce da un’idea, da un desiderio e dalla ricerca di suscitare una precisa emozione. La natura resta senza dubbio sempre fonte primaria di ispirazione.
Quali sono le persone che più vi hanno ispirato in ambito artistico e professionale?
D: Roberto Burle Marx, Patrice Taravella, Piet Oudolf.
E: Vita Sackville – West per l’ardore femminile ed il fascino delle composizioni. Piet Oudolf per la leggerezza delle forme, la mutevolezza del progetto nelle diverse stagioni, la spettacolarità della natura dormiente, potente e magica come quando si risveglia.
Cosa significa per voi giardinaggio evoluto?
D: Utilizzerei una citazione di Gilles Clement: “Il giardino è un luogo dove leggere il futuro e sperimentare come meglio affrontarlo”.
E: È un giardinaggio con le antenne sempre alzate. Non si limita a ricercare il bello, ma lo persegue ponendo precisa attenzione al significato ambientale ed ecosistemico dell’intervento attuato. È un giardinaggio che pensa prima al futuro, poi al presente.
Qual è la vostra personale forma d’esercizio per la meraviglia?
D: È una sorta di esercizio intellettuale. Cerco di essere curioso e di andare alla ricerca di situazioni nuove che possano suscitare in me un sentimento di stupore inatteso.
E: Cerco di guardare il mondo come se fossi ancora bambina. Quando si è piccoli non si conoscono filtri culturali, ideologici o preconcetti che possano alterare le nostre visioni. Esiste solo la capacità di stupirsi! Ed è questo il primo passo per arrivare a cogliere la meraviglia.
Quale emozione o sensazione sperate si provi entrando in contatto con il vostro lavoro?
D: La sensazione che vorrei provocare è quella di entrare in un paesaggio incontaminato, uno spazio primordiale, caratterizzato da armonia tra fiori e colori, un giardino delle delizie.
E: Spero si possa provare una sensazione di inaspettato che arrivi a lambire lo stupore. Uno sguardo che riempia gli occhi arrivando in profondità al cuore. Un’emozione che scuota l’animo, per restare nella mente.
Cinque parole per voi strettamente legate al concetto di Giardino dell’Eden.
D: natura rigogliosa, fecondità, acqua, luce, delizia.
E: pace, armonia, equilibrio, incontaminato, albero.


Bio
Parmense, classe 1983, Elena Ziliotti, da sempre appassionata di piante, si laurea in architettura specializzandosi in paesaggio. Avida di scoprire piante a lei sconosciute e pronta a contaminazioni artistiche che possano ispirare le forme e i colori delle composizioni vegetali, oggi si occupa di progettazione di parchi e giardini e piccoli interventi edilizi.
Davide Passera, Parma, classe 1972. Fonda nel 1996 la ditta Davide Garden e avvia così l’attività di progettazione e realizzazione di giardini. Collabora con studi tecnici e lavora per privati, enti pubblici e aziende.
Nel corso degli anni, insieme alla moglie, amplia ulteriormente l’attività occupandosi di allestimenti floreali per eventi aziendali e fieristici in Italia e all’estero.