Testo di Anna Rapisarda Visual Designer
Vi siete mai trovati nel bel mezzo di un bosco di betulle, mentre grandi felci vi solleticano le gambe?
Noi si, sulle montagne che dominano la sponda orientale del Lago di Como.
Appena vi è possibile, cercatene e trovatene uno!
Quando vi addentrerete, si risveglierà in voi un richiamo ancestrale verso un antico passato, lo stesso che ha portato noi, ancora una volta, a raccontare una delle storie di questi alberi illuminanti.
Luce nel bosco
“Vedi il bosco? È buio. Faceva paura ai bambini. Allora mio padre piantò delle betulle per calmare l’angoscia. Quando Agata era piccina, le dicevo di guardare il bianco di questi tronchi, non il nero del bosco”.
Pioniere e vagabonde
Le betulle sono alberi pionieri, “piante vagabonde che si ostinano a scoprire nuovi territori dove poter crescere vigorose e preparare con generosità la strada ai semi di altri alberi che costituiranno il bosco. Per questo motivo non vivono a lungo (…)”.
Dove osano le betulle
Non si direbbe, visto il loro aspetto così slanciato e aggraziato, dalla leggera e luminosa chioma, ma le betulle sono potenti guerriere, che affondano le radici dove nessun altro albero oserebbe. E con il vento, fido scudiero, diffondono i loro semi piccoli e leggeri alla conquista del mondo.
Le “Signore delle foreste”
Generazione dopo generazione, preparano il terreno al bosco e per lui si sacrificano.
La luce, che in parte riesce ad attraversare la loro chioma, scalda la terra, predisponendo così il proliferare di nuove forme di vita, che a volte soffocano le stesse betulle, portandole al sacrificio. Alberi dal carattere tenace e decisamente altruista.
“Io posso amare solo la persona che in una giornata di primavera a me preferirà una betulla.”
(Marina Ivanovna Cvetaeva)
Fonti:
“Le voci delle betulle” Eloisa Donadelli (Sperling & Kupfer, 2018)
piemonteparchi.it