Viaggio con paesaggio della fiaba d’autore

Ph. Luigi Fieni

Testo di Anna Rapisarda Visual Designer

“Un giorno Alice arrivò ad un bivio sulla strada e vide lo Stregatto sull’albero.
«Che strada devo prendere?» chiese.
La risposta fu una domanda: «Dove vuoi andare?»
«Non lo so», rispose Alice.
«Allora», disse lo Stregatto, «non ha importanza»

(da “Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie” di Lewis Carroll)

Cammina cammina cammina…


… la fiaba, con le sue lunghissime gambe, viaggia nei secoli fino a quando un bel giorno, intrecciandosi con altri generi, diventa fiaba d’autore, in cui, tra confini dilatati, meraviglioso esasperato e realismo smorzato, anche il paesaggio si rinnova.

Una metamorfosi che avviene tra le fiabe dei grandi autori dell’Ottocento come Andersen che trasporta, accanto ai luoghi classici della narrazione originaria, nello spazio nordico, tra fiumi, foreste, mare e spazio urbano. Il suo paesaggio intreccia sensibilità fiabica a coscienza realistica: il parco, il lago, la nave, la città dell’inverno e delle feste. Fiabescamente, il mondo urbano e rurale si intersecano, nel lento scorrere delle stagioni.
Avviene insieme a Collodi, con il quale appaiono il borgo e la campagna toscani, l’isola, la pancia del pescecane, … Un paesaggio mosso, tra luoghi reali, surreali e simbolici, il cui susseguirsi è metafora degli spazi del mondo e di crescita. Siamo all’incrocio tra fiaba popolare e fiaba colta, e nell’intreccio di mito, fiaba e romanzo.
Il cambiamento si fa strada anche con Carroll, in una dimensione surreale e virtuale dello spazio: un mondo altro con forme, regole, ritmi alternativi a quello reale e fantastico-fiabico. Tutto il paesaggio, anche se con i suoi connotati reali, si libera dalle leggi del paesaggio reale.

Fiaba d’autore vs fiaba popolare


Nella fiaba d’autore le descrizioni paesaggistiche respirano a pieni polmoni, mentre si scopre nel profondo lo spirito dei personaggi, quasi come in un romanzo. È nata fra le pagine dei libri per intrattenere coloro che sanno e possono leggere, aperti ai voli fantasiosi e sofisticati dell’autore.
La fiaba della tradizione orale ha origine in un contesto sociale ed economico completamente diverso e viene tramandata tra il popolo lungo i fili della memoria, di bocca in bocca, spesso durante il lavoro, tra paure, speranze e fatica del vivere. Il ritmo incalza, la vicenda scorre veloce, non entra nel dettaglio descrittivo del paesaggio, dipinto invece a grandi pennellate perché vuole prender forma solo nell’immaginazione di chi ascolta.

Fonti:
“Paesaggi della fiaba. Luoghi, scenari, percorsi” Franco Cambi e Gaetana Rossi (Armando Editore, 2006)

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