Natura sensitiva e gli antichi cipressi delle paludi

Testo di Anna Rapisarda Visual Designer

Abbiamo già raccontato di antichissimi alberi dall’aspetto più o meno possente, ma mai ci siamo imbattuti nei grandi patriarchi di una specie che abita Villa Erba. Diversi esemplari ne popolano il parco, ma il gruppo del grande prato davanti alla Villa Antica è una “storia a parte”.

Sono i cipressi delle paludi. In sei formano un “cerchio magico”, un nido dove sdraiarsi e “ascoltare” l’energia vitale sprigionata da questi esseri tanto imponenti quanto leggeri. È fonte d’ispirazione per artisti e paesaggisti, un luogo in cui, da anni, durante Orticolario, prendono vita installazioni e giardini.

Tra le più antiche specie delle zone umide del mondo

USA, Carolina del Nord, 2017. Vengono trovati esemplari di oltre 2000 anni e uno, in particolare, dell’età di 2624 anni, nato quando la città di Roma non aveva nemmeno raggiunto i due secoli di vita e mentre re Nabucodonosor realizzava i Giardini Pensili di Babilonia.

I giganti popolano la grande riserva della “The Nature Conservancy” lungo il Black River.
Da due anni sono oggetto di studio, in quanto costituiscono un’insolita presenza lungo l’intera lunghezza di un fiume, visto e considerato che, a causa del disboscamento e dell’inquinamento idrico, meno dell’1% delle foreste vergini di questa specie è sopravvissuto fino ad oggi.

Cosa raccontano i loro anelli

Sono stati gli importanti testimoni di prolungati periodi di siccità e di inondazioni durante l’epoca coloniale e pre-coloniale, che superano esponenzialmente la misura di eventi simili nei tempi moderni.
Chissà se fra tutti questi alberi ve ne siano altri ancor più antichi, considerando che solo una piccola parte della vasta area è stata fino ad ora studiata.
Chissà se le ricerche troveranno un coetaneo del mitico ‘Senatore‘.
Tra i cinque alberi più vecchi del mondo e dall’alto dei suoi (quasi) 55 metri, il ‘Senatore’ ha regnato indisturbato per 3500 anni nel “Big Tree Park” di Longwood, in Florida, prima di scomparire tra le fiamme di un assurdo incendio nel gennaio del 2012.

Una storia tra alberi e uomini

Di quanti avvenimenti sono testimoni silenti i grandi patriarchi. Le loro storie si intrecciano con quelle degli uomini, spesso indossolubilmente. Strettissimo è il legame tra i cipressi calvi della Florida e la tribù dei Seminole.
Dopo le storie di conquiste che nei secoli si susseguono, nel 1819 gli Stati Uniti acquistano la Florida dalla Spagna e iniziano una guerra contro i nativi. Alla fine del conflitto, i Seminole vengono esiliati in quello che oggi è l’Oklahoma, ma 300 di loro si nascondono, trovando rifugio nelle paludi della “Big Cypress Swamp” e delle vicine “Everglades”.
Una vasta area che nel ‘900 viene per metà distrutta dallo sviluppo di città e fattorie, mentre sulla parte rimanente incombe la minaccia continua di alberi invasivi.

Ma questa è una terra preziosa per i Siminole, che li ha accolti e salvati. Così, dopo un secolo, precisamente dal 2006, grazie alla prosperità guadagnata, i nativi hanno finalmente potuto ringraziare questo luogo e cominciare il progetto di salvarne un’area mai sviluppata, perché inadatta all’agricoltura. “Potremo riportare qui molti animali e restituire al paesaggio l’aspetto che aveva un tempo”, dice Brian Zepeda, direttore del Florida Seminole Tourism. “Una volta i cipressi calvi erano così grandi e folti da formare una fortezza naturale”.

Nella “Big Cypress Reservation” i cervi corrono ai margini del bosco e le ultime pantere della Florida resistono. E lo fanno anche gli aranci amari selvatici introdotti dagli spagnoli e dei quali la tribù brucia il legno per il profumo dolce.
E i cipressi calvi ringraziano…

Fonti:
notiziescientifiche.it
nationalgeographic.it

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