È notte.
Una notte senza vento, in un bosco popolato da grandi betulle, in Austria e in Finlandia.
Dal tramonto all’alba un gruppo di ricercatori ungheresi, finlandesi e austriaci osserva per la prima volta i movimenti degli alberi nel loro habitat, mentre “dormono”, e scopre che…
… le estremità dei rami, verso la fine della notte, sono più basse di dieci centimetri.
“Gli alberi manifestano cambiamenti fisici paragonabili al sonno o almeno ai ritmi circadiani osservati empiricamente nelle piante”.
Un fenomeno che invita ad approfondire.
Le ipotesi
L’abbassamento potrebbe essere causato dalla perdita di pressione dell’acqua all’interno delle cellule. Durante il giorno i rami vanno verso l’alto affinché le foglie catturino più luce durante il processo di fotosintesi (in cui la pianta produce glucosio, partendo da acqua e anidride carbonica e utilizzando come fonte di energia la luce solare). Con il buio, invece, la fase luminosa della fotosintesi si interrompe e questo potrebbe spiegare perché i rami cedono.
Le domande
“L’abbassamento dei rami sarebbe quindi voluto, cioè dettato da un ritmo circadiano attivo? O è passivo, cioè dettato dalla differenza di disponibilità di acqua e luce?”.
Durante la notte gli alberi potrebbero “decidere di far riposare” i propri rami?
Le piante sono quindi in grado di controllare lo spostamento dell’acqua, ovvero di gestirne le scorte?
Le ricerche continuano
Il gruppo di ricercatori prosegue gli studi, anche per indagare se il fenomeno accade in altre specie.
Fonte:
“Il sonno degli alberi”
Articolo completo su “Internazionale”. n. 1155. 2016
Le riflessioni
Siamo così certi che sulla Terra l’unico ad essere dotato di intelligenza, in grado di prendere decisioni e di comunicare, sia l’uomo?
Siamo certi che il mondo vegetale non comunichi e non faccia le proprie scelte?
Se invece lo facesse in modo diverso dal nostro?
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