Viaggio con paesaggio e i Giardini botanici Hanbury

Testo di Eleonora Diana
in collaborazione con Vittorio Peretto

I Giardini Hanbury rientrano a pieno titolo tra le mete da visitare assolutamente in Italia.
L’ingresso è già una sorpresa: un’esigua entrata che dalla strada passa quasi inosservata. Poi, non appena ci si avvicina al cancelletto, il colpo d’occhio è portentoso: il mare si staglia immenso, là, in fondo. Sì, proprio in fondo, perché i giardini si trovano su un promontorio, quello della Mortola, in Liguria.

La visita si sviluppa principalmente attraverso una lunga discesa verso il mare, camminando tra agavi, aloe, rose, agrumi, brugmansie, bambù, succulente, gelsomini e eucalipti, dalie ed euforbia, iris e lavande, hakee, prugni e melaleuca, salvie e sorbi, bartlettine e viole, camelie e cisto, gerani e passiflore e molto altro ancora.

Gli inglesi e le bellezze esotiche


Era il 1867 quando, durante un soggiorno in riviera per cure mediche, Sir Thomas Hanbury, nobile inglese arricchitosi grazie ai commerci con la Cina di seta, spezie e tè, decise di acquistare il podere con il Palazzo ormai in rovina. Diede così forma a un suo sogno: creare un giardino di acclimatazione. Un’idea erratica, già presente nei discorsi e nei progetti dei due fratelli Hanbury, che tuttavia non rappresentava solo un sogno privato, ma una “moda” condivisa dalla cultura inglese del tempo.

In Inghilterra, tra i plantman, nasceva infatti il “sub tropical moviment” che, nella seconda metà dell’ottocento, studiava tecniche di propagazione e coltivazione delle piante tropicali e subtropicali per trovare il modo di farle sopravvivere al clima poco favorevole, seppur sempre nei giardini all’aperto.

Contemporaneamente la riviera di Ponente veniva scoperta e occupata dal turismo del Regno Unito.
L’amore per questo luogo, considerato benefico per la salute, bellissimo paesaggio per l’otium e dove dare forma a giardini magicamente esotici, nacque soprattutto in seguito alla pubblicazione del romanzo “Il dottor Antonio” di Giacomo Ruffini. Non è il primo caso, e nemmeno l’ultimo, in cui un romanzo permette di riscoprire un luogo: si pensi ad esempio alla cittadina toscana di Cortona (documentario: > vedi documentario “Genius of a place”).

Il mite clima ligure, tanto diverso da quello della madrepatria, aveva dato lo spazio necessario ai nobiluomini inglesi per coltivare nei propri giardini tutte quelle specie botaniche esotiche e fascinose che difficilmente radicavano in Inghilterra.

Le fioriture


Ogni mese ha le sue fioriture – sfogliabili nel sito ufficiale.

Ottobre, ad esempio, tra le diverse fioriture, particolare attenzione meritano Brugmansia, Abelia, Salvia e Clerodendron.

I giardini, con il loro continuo fiorire, sono un luogo di perfetta felicità, come indica l’ideogramma cinese “Fô”, che significa appunto felicità, iscritto all’ingresso del giardino dopo la visita dell’ambasciatore cinese in Inghilterra Kuo Sung Tao nel 1879.

É così che i giardini Hanbury sembrano diventare la realizzazione nella realtà del sogno medioevale di un giardino delle delizie, magico, dove sia sempre “primavera”.
Un luogo unico, da vedere e rivedere, nelle diverse stagioni, seguendo differenti percorsi.
Non ci si può perdere perché, alla fine, tutte le strade portano al mare.

Fonti:
giardinihanbury.com
amicihanbury.oranjuice.org

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