Viaggio con paesaggio e il giardino d’inverno

Testo di Anna Rapisarda Visual Designer

L’inverno sta arrivando e…
I vostri giardini come si presenteranno per la fredda stagione?
Siete stati lungimiranti?
Avete previsto di colorarli con bacche, frutti, fusti e cortecce?
Se non l’avete fatto, è giunto il momento di pensare al futuro dei vostri giardini, per viverli e apprezzarli durante tutto l’anno.
Ed è proprio con l’autunno che il giardino inizia a vivere una “nuova primavera” per poi continuare tutto l’inverno.

Agli albori del giardino d’inverno


Per scoprire le origini del termine winter garden, anche se con un significato differente dall’accezione attuale, è necessario fare un viaggio nel tempo.
Le prime strutture riconducibili ai giardini d’inverno nacquero nell’Europa del nord intorno al XVI secolo, per la necessità di coltivare e proteggere dal freddo gli agrumi.
Attraverso le evoluzioni nel corso del XVII e XVIII secolo, arriviamo nell’Inghilterra d’inizio ‘800: l’epoca vittoriana rappresenta infatti il periodo di massima affermazione delle grandi costruzioni in vetro destinate allo svago, alla danza e alla musica, che nel tempo si trasformarono in serre esotiche.
Successivamente, dopo la Seconda guerra mondiale, le ingenti e quindi insostenibili spese necessarie alla loro manutenzione, ne decretarono la scomparsa quasi totale.

Il giardino d’inverno per il giardiniere


“D’inverno, grande è la tentazione di restarsene accanto a un bel fuoco di un caminetto. La pioggia, l’umidità, il freddo, (…) non ci invogliano a infilare gli stivali e a uscire. Ma in questo periodo dell’anno, la brina e la neve non sono le sole bacchette magiche su cui poter contare per abbellire il vostro giardino. Il giardiniere non deve più rassegnarsi ad attendere le prime maestose fioriture primaverili (…). La tavolozza di piante invernali è talmente generosa che, se la scelta delle specie è stata accuratamente ponderata, in questa stagione il giardino può tramutarsi in una fantasmagoria di colori brillanti e di fragranze sottili”.

I fusti dei salici e dei cornioli, i rami delle betulle, le chiome delle conifere, grandi o nane, le graminacee, le secche infiorescenze dei sedum, … C’è solo l’imbarazzo della scelta.

Il gioco delle cortecce e dei fusti
Chi sono gli artefici della vivacità in un giardino d’inverno? Qualche spunto tra gli innumerevoli accostamenti cromatici, le superfici, le grafiche e le forme dei tronchi e dei fusti.
Nella stagione autunnale i cornioli (come Cornus alba ‘Westonbirt’) sfoggiano un fogliame rosso-rosato che d’inverno lascia la scena a fusti “infuocati”, accendendo così il paesaggio.
E il gioco dei contrasti fra le cortecce? L’eleganza blu violacea dell’Acer negundo var. violaceum risalta sugli accesi arancioni di Cornus sanguinea “Winter Flame”, come i materici e gessosi tronchi della bella e rara Betula ‘Fetisowii’ contrastano con il lucente color mogano dei rami di Prunus serrula.

Le bacche e i piccoli frutti
È lampante: sono i gioielli del giardino. Sui fusti e sui rami nudi o tra le foglie lucide o screziate delle piante sempreverdi, il loro effetto cromatico è spettacolare.
Le meline ornamentali sono perfette: dalle rosse di Malus ‘Red Jewel’ alle dorate di Melia azendarach regalano frutti durante tutto l’inverno.
Dal lilla della Callicarpa dichotona allo scarlatto della Rosa ‘Splendens’, passando dal bianco della Skimmia japonica ‘Wakehurst White’, le bacche sono vere e proprie perle di colore, che rendono desiderabile l’arrivo del freddo in giardino.

Insomma, siamo solo all’inizio di un lunghissimo viaggio…

Fonte:
“Giardini d’inverno” di Cedric Pollet (L’ippocampo, 2017)

Cerca