Testo di Anna Rapisarda Visual Designer
Esploratori, botanici e naturalisti, avventurieri e bucanieri hanno solcato mari e attraversato terre sconosciute alla ricerca di piante misteriose.
Ma quando è stata organizzata la prima spedizione? Da chi? E per andare dove?
Il primo cacciatore di piante di cui abbiamo testimonianza, prese l’avventurosa iniziativa quando Atene, Roma, Parigi e Londra ancora non esistevano.
E non era un cacciatore, bensì una cacciatrice.
Era Hatshepsut, regina d’Egitto. Nel 1482 a.C. organizzò la spedizione alla ricerca dell’incenso, resina di una pianta oggi chiamata Boswellia, che cresceva nella terra di Punt, sulle coste dell’Africa orientale.
Cinque navi si diressero verso sud e tornarono cariche di semi, piante, tantissime boswellie e altri alberi, di cui trentuno vennero trapiantati nei giardini del tempio della regina a Karnak.
Il successo della spedizione venne addirittura premiato con un’iscrizione ufficiale sulle pareti del complesso monumentale.
Proprio qui, a Karnak, le incisioni del celebre “Giardino botanico” costituiscono uno dei più importanti esempi di rappresentazione iconografica di vegetali, veri e propri erbari pietrificati.
“(…) è possibile affermare che già molti secoli prima che il mondo greco intraprendesse il primo tentativo organizzato di classificazione delle piante e di creazione di una morfologia botanica con l’Historia plantarum di Teofrasto (300 a.C. ca.), gli Egizi avevano gettato le basi per lo sviluppo di una botanica scientifica.
L’attitudine all’osservazione, l’abilità nel tradurne i dati in rappresentazioni grafiche, il talento nel cogliere gli aspetti essenziali di un fenomeno, già portati a livelli di estrema raffinatezza nella creazione del sistema geroglifico, contribuirono in maniera significativa alla nascita e all’evoluzione di una tradizione di studi botanici”*
Fonti:
“I cacciatori di piante” Michael Tyler Whittle (DeriveApprodi, 2015)
*“Scienza egizia. Zoologia e botanica” da treccani.it